I principi internazionali della cooperazione e le cooperative agricole braccianti

A cura di,

      Stefano Patrizi, Responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Romagna

      Faith Jacob Siame, Studente presso l’Università di Bologna.

Premessa

Questo lavoro presenta un caso pratico sull’importanza di analizzare le cooperative secondo i principi dell’Alleanza delle Cooperative Internazionale, dove le sette CAB (Cooperative agricole tra lavoratori) di Ravenna sono state utilizzate come caso di studio. Lo studio è stato realizzato attraverso l’analisi della letteratura in materia, l’identificazione delle variabili rilevanti, la costruzione di un gruppo di funzioni per l’elaborazione di indicatori sintetici, la costruzione di un database con le informazioni delle cooperative, l’elaborazione di un testo esplicativo e la preparazione di una presentazione. È stato impiegato un questionario trasversale e una tecnica di campionamento casuale semplice è stata utilizzata per le sette cooperative per i loro membri. I dati raccolti sono relativi agli anni 2017, 2018 e 2019. Il risultato ha evidenziato i punti di forza e di debolezza delle cooperative rispetto ai principi internazionali e si è rivelato prezioso per poter indicare alle cooperative su quali linee indirizzare il loro sviluppo, per essere sempre più aderenti alla loro missione. In conclusione, è stato organizzato un seminario con le cooperative che hanno partecipato all’analisi per discutere i risultati e capire come questo approccio possa essere sfruttato in futuro per rafforzare le loro “prestazioni cooperative”.

Introduzione.

Il significato di cooperativa è stato stabilito dall’Alleanza Cooperativa Internazionale (ICA) nella Corporate Identity del 1995 come “un’associazione autonoma di persone unite volontariamente per soddisfare i loro comuni bisogni e aspirazioni economiche, sociali e culturali attraverso un’impresa di proprietà comune e controllata democraticamente”.

Le cooperative devono essere basate su valori e principi fondamentali. Anche i valori, che sono stati pure enunciati dall’ACI nel 1995, includono l’auto-aiuto, l’auto-responsabilità, la democrazia, l’uguaglianza, l’equità e la solidarietà.

Altri valori che sono stati sanciti includono il comportamento personale ed etico che i cooperatori realizzano nelle loro imprese. Essi descrivono gli obiettivi e le cose importanti che i cooperatori intendono perseguire e i tratti che sperano di incoraggiare attraverso la cooperazione. Questi sono l’onestà, l’apertura, la responsabilità sociale e la cura degli altri.

In particolare, i principi su cui ci siamo concentrati, citati nell’introduzione, includono l’adesione libera e aperta, il controllo democratico dei soci, la loro partecipazione economica, l’autonomia e l’indipendenza, l’istruzione, la formazione e l’informazione, la cooperazione tra cooperative e l’interesse per la comunità.

Le cooperative operano in modo molto simile alle altre imprese. Devono servire un mercato in modo efficiente ed efficace, devono essere ben gestite e devono essere equilibrate finanziariamente.

Le CAB hanno tutte sede nella provincia di Ravenna, una storia di oltre un secolo, sono gestite democraticamente dai lavoratori associati e coltivano la terra come attività principale. Terra che fa quasi tutte parte del patrimonio intergenerazionale delle cooperative stesse.

Le sette cooperative, in cui lavorano circa 600 persone, con entrate aziendali di quasi 40 milioni di euro, sono C.A.B. CAMPIANO, C.A.B. BAGNACAVALLO E FAENZA, C.A.B. COMPRENSORIO CERVESE, C.A.B. FUSIGNANO, C.A.B. TER.RA, AGRISFERA e C.A.B. MASSARI: aderiscono all’associazione nazionale delle cooperative Legacoop che offre rappresentanza, servizi e agevolazioni alle cooperative e ai loro soci oltre a promuovere lo sviluppo di nuove imprese e la diffusione dei principi e dei valori che sono alla base dello sviluppo cooperativo.

Nel convegno di presentazione del Rapporto delle CAB che si è tenuto il 12 novembre 2018, concentrato sul tema dell’innovazione e dell’apprendimento, è stato messo in luce il fatto che le CAB stanno investendo sulle produzioni biologiche con il 17,4% dei terreni. È stato inoltre evidenziato che si riduce la quota di contributi PAC per la produzione integrata, mentre si continua a puntare sul benessere animale, sull’agricoltura biologica, sulla rinaturalizzazione, sull’agricoltura di precisione, sull’energia verde. Nel frattempo, i robot sono entrati nella stalla, mentre le macchine agricole cominciano ad essere guidate tramite i dati satellitari.

La rivoluzione tecnologica che ha avuto luogo in agricoltura negli ultimi decenni ha portato a una drastica riduzione della manodopera necessaria per condurre queste cooperative in modo equilibrato ed economicamente sostenibile. L’uso di queste nuove tecnologie ha causato la diminuzione del numero totale di lavoratori in queste CAB. Negli anni ’80, il numero di lavoratori impiegati in queste aziende, su circa la stessa estensione di terreno di oggi, era di circa 8000 persone, ma nel 2017 le CAB avevano 641 lavoratori totali, nel 2018 erano 602 e nel 2019 erano 595. Non solo il numero di lavoratori è diminuito drasticamente, ma anche i membri tra questi tendono a diminuire dal 2017 dove c’erano 417 associati attivi, nel 2018 erano 404 e infine nel 2019 erano 379.

Complessivamente le sette CAB conducono circa 12.000 ettari di terreno. Nel corso dei decenni le CAB sono state la base per la formazione di organizzazioni cooperative di livello superiore per la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli nella provincia di Ravenna.

Nel corso del loro sviluppo le CAB hanno assunto una forma organizzativa e gestionale che si è consolidata e standardizzata nel tempo, raggiungendo caratteristiche assai peculiari rispetto alle altre tipologie di impresa agricola. Si tratta di vere e proprie imprese agricole “autogestite” in cui i lavoratori e i soci hanno un potere decisionale e democratico.

Le CAB sono imprese storiche italiane, la prima è nata nel 1864. Sono state studiate in diversi periodi da molte persone, soprattutto per quanto riguarda i loro aspetti economici, sociali e agronomici e storico-politici. Ci sono pochi dubbi che queste cooperative siano autentiche, data la storia, l’integrazione nel resto del sistema cooperativo, le radici che ancora affondano nelle comunità di origine. Tuttavia, una loro semplice valutazione sulla base dei principi internazionali della cooperazione non è mai stata fatta, ed è per questo che si è deciso di affrontarla nella convinzione che possa diventare un importante strumento e stimolo, anche per altre cooperative, a rafforzare il perseguimento della missione mutualistica.

Nel processo di ottenimento dei dati, abbiamo utilizzato diverse fonti, della letteratura specifica, al questionario specifico, ai dati già in possesso delle cooperative frutto di varie analisi fatte precedentemente.

Nel questionario specifico realizzato per questa occasione la natura delle domande era di tipo chiuso e aperto, mentre altre richiedevano le opinioni anonime dei partecipanti.

Gli intervistati hanno mostrato completa cooperazione e supporto alla nostra analisi comprendendo sin da subito la possibile utilità dell’indagine.

I questionari sono stati progettati in modo da ottenere specifiche informazioni potenzialmente utili a indagare quanto proposto.

Le CAB e i principi cooperativi.

Queste cooperative agricole aderiscono a Legacoop, che a sua volta aderisce all’Alleanza Internazionale delle Cooperative.

  1. Associazione libera e volontaria.

Ogni anno le CAB accettano domande di lavoratori aspiranti nuovi membri nella misura in cui sono in grado di offrire sufficiente lavoro e se gli stessi aspiranti hanno le competenze necessarie per il tipo di attività. I lavoratori comunque possono essere di due categorie: soci della cooperativa o non soci.

Nel 2017 sette le cooperative complessivamente hanno registrato 41 nuovi lavoratori e 20 nuovi soci, su un totale di 641 lavoratori e 417 soci attivi che è il 6,4% dei nuovi lavoratori e il 4,8% dei nuovi soci. Nel 2018 c’è stato un aumento del numero di nuovi lavoratori rispetto al 2017: 65,  pari al 10,8% sul totale di 602. Nello stesso anno il numero totale di nuovi soci è stato 19 su 404, pari al 4,7%. L’anno successivo, il 2019, le cooperative hanno avuto 53 nuovi lavoratori e 595 lavoratori totali, pari all’8,9% e al 5% sui nuovi soci (19 su 379).

Sono dati che testimoniano una progressiva ma costante capacità di ricambio della base sociale, tuttavia per indagare in profondità sulle discriminazioni di genere, sociali, razziali, politiche o religiose occorrerebbe un supplemento di indagine.

  1. Controllo democratico da parte dei soci.

Le cooperative hanno tenuto un totale di 40 assemblee nei tre anni considerati, da un anno all’altro c’è stato un aumento del numero di partecipanti. Nel 2017 i partecipanti erano 523, nel 2018 548 e nel 2019 556. La partecipazione sociale è apprezzabile ed è cresciuta fino a sfiorare l’80% nel 2019.

Per quanto riguarda il modo di esprimere il voto, si usa quello palese per tutte le delibere assembleari tranne che per il rinnovo degli organi sociali, per il quale si usa il voto segreto con preferenze in tutte le CAB. Quest’ultimo è certamente il metodo che meglio tutela la libertà di espressione degli elettori.

Per quanto riguarda la frequenza annuale dei CdA, è interessante notare che questa è diminuita di circa il 30% nel triennio. Non esistendo parametri di giudizio assoluti, ci limitiamo a segnalare la necessità di un’analisi più approfondita delle motivazioni e delle opportunità. Il numero medio di amministratori in ogni consiglio invece non cambia nel triennio.

La composizione media dei consigli di amministrazione è molto diversa da quella sociale, infatti troviamo nel 2019 lo 0% di stranieri, il 10,2% di donne e il 4,6% di giovani (sotto i 35 anni) in media nei tre anni, mentre le basi sociali sono composte per il 17,2% da stranieri, il 54,9% da donne e il 23% da giovani.

In questo caso, mentre è relativamente semplice accertarsi dell’adozione di corretti meccanismi democratici, più complessa è la valutazione sulla quantità e la qualità della partecipazione sociale alla vita della cooperativa.

  1. Partecipazione economica dei soci

Gli stipendi nei CAB sono sicuramente alti rispetto alla media del “mercato” di riferimento, anche considerando l’alto livello di evasione fiscale, contributiva e normativa generalmente presente nel settore agricolo al di fuori. Gli stessi stipendi sono, per la maggior parte, rigidi rispetto ai risultati aziendali, con l’eccezione di alcune previsioni che tendono a legare il risultato economico dell’azienda agli stipendi. Quasi tutte le CAB, infatti, prevedono meccanismi contrattuali di integrazione al raggiungimento di determinati risultati.

Ci sono poi attività che possono essere viste anche come un modo per trasferire valore economico e sociale ai lavoratori associati, tra cui i pranzi di lavoro e sociali, i piani sanitari integrativi e la vendita di prodotti aziendali a condizioni vantaggiose. Attività che con ulteriori analisi potrebbero essere valutate più dettagliatamente dal punto di vista monetario.

Per quanto riguarda il rapporto dei soci con il capitale sociale ne abbiamo dato per assodato la correttezza rispetto a questo principio vista la lunga tradizione su questo delle CAB sull’osservanza dei vincoli legali e di statuto.

  1. Autonomia e indipendenza.

Le cooperative devono essere autonome e indipendenti, collaborare con altre organizzazioni e mantenere la loro identità cooperativa e una struttura pienamente democratica nel prendere decisioni che possono essere governate da forze politiche o economiche esterne.

Per misurare l’adesione al principio di autonomia e indipendenza della cooperativa, abbiamo deciso di chiedere direttamente ai soci, attraverso un sondaggio anonimo a cui hanno partecipato in 152, cosa ne pensassero. Il risultato appare soddisfacente, infatti solo il 2% dei partecipanti considera la propria cooperativa non sufficientemente autonoma, il 15% sufficientemente, il 36% abbastanza e il 47% totalmente.

  1. Educazione, formazione e informazione

Queste cooperative agricole si impegnano in vari modi nell’educazione e nella formazione dei propri dipendenti e dei soci, in modo che possano contribuire efficacemente allo sviluppo delle cooperative e aumentare la propria consapevolezza rispetto all’identità delle proprie aziende.

Le cooperative utilizzano risorse proprie e investono nella formazione dei propri soci. Nel 2017, l’importo medio di 142,9 euro è risultato utilizzato per la formazione di ogni lavoratore.  Nel 2018 è stato di 65,8 euro e nel 2019 di 60,9 euro.

Sono state circa 543 le persone coinvolte in corsi di formazione nel 2017, di cui 283 nel 2018 e 302 nel 2019. Dopo il calo del 2018, il numero di partecipanti è aumentato nel 2019.

Un rimando a ulteriori approfondimenti sono gli investimenti delle CAB per attuare campagne di informazione allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla natura e i benefici della cooperazione, così come previsto dai principi e valori dell’Alleanza Internazionale delle Cooperative.

  1. Cooperazione tra cooperative.

Le CAB hanno sempre collaborato con altre cooperative per la fornitura di beni o servizi o per la vendita dei loro prodotti. Molte di queste cooperative sono state originariamente fondate dalle CAB stesse.

In un periodo di 8 anni, i loro acquisti dalla filiera cooperativa sono passati dal 43,5% nel 2010 al 41,6% nel 2018

C’è stato un leggero aumento delle vendite alle cooperative di filiera nello stesso periodo dal 75,1% nel 2010 al 76,4% nel 2018, dimostrando una importante continuità nel tempo della loro integrazione.

  1. Interesse per la comunità.

Il principio dell’interesse verso la comunità è certamente distintivo per le cooperative ma non facile da misurare, se non per i dati di bilancio relativi ai contributi erogati a iniziative sociali o culturali del territorio. Possiamo testimoniare nel nostro caso in particolare feste di paese, spettacoli, progetti con le scuole.

Il dato cumulativo delle 7 CAB per le spese sostenute a favore della comunità nel triennio va da 11.000€ a 16.000€ con una media per cooperativa di circa 2.000€. Siamo certi che l’importanza per la comunità della cooperativa sia molto maggiore e legata anche a tanti altri meccanismi di partecipazione sociale, ma tradurre questo in un calcolo economico non è semplice ed è un aspetto che andrà sicuramente approfondito.

Conclusione e riassunto.   

Come accennato nell’introduzione, questo breve studio è stato presentato, una volta terminato, alle CAB per capire meglio se questa attività potesse maturare interesse e utilità in futuro. Al termine della presentazione, i direttori hanno apprezzato l’approccio che, poichè ancora in forma embrionale, potrebbe essere sviluppato ulteriormente.

Infatti, la possibile utilità riscontrata riguarda questioni essenziali per la vita e lo sviluppo di queste cooperative, questioni che vanno di pari passo con quelle economiche, ma che stimolano i dirigenti e i soci ad attivarsi per risolvere e prevenire problemi emergenti che alla lunga possono minare l’essenza stessa delle cooperative, come il senso di appartenenza, la comprensione dei meccanismi cooperativi, la solidarietà e la partecipazione all’interno delle comunità, i gap di genere.

Abbiamo pensato che sarebbe stato corretto astenersi dal fornire giudizi specifici sui risultati dello studio, avendolo concepito come uno strumento di lavoro principalmente per le cooperative, lasciando quindi a loro eventuali valutazioni, che possono avere senso solo se inserite in un contesto di profonda conoscenza interna delle cooperative stesse. Quello che ci interessa è il feedback positivo sull’approccio adottato e lo stimolo ricevuto a condurre ulteriori approfondimenti.

Riferimenti.

Bollier, D., Conaty, P., 2014. Un nuovo allineamento dei movimenti? una relazione di un workshop del gruppo di strategia comune. Meissen, Germania, 29 agosto, settembre 2014. Disponibile online all’indirizzo: http://bollier.org/report-new-alignment-movements 

Cooperative agricole e tecnologia digitale – PwC France – https://www.pwc.fr/fr/assets/files/pdf/2016/10/agribusiness-and-digital-technology-2016.pdf 

C.A.B CAMPIANO- http://cabcampiano.it/

Coop International Cooperative Alliance – https://www.ica.coop/en/media/library/research-and-reviews/guidance-notes-cooperative-principles?_ga=2.227491733.94186225.1620036019-728159278.1620036019

Cooperative per comunità sostenibili – Strumenti per misurare l’impatto e le prestazioni delle cooperative A cura di LESLIE BROWN, CHIARA CARINI, JESSICA GORDON NEMBHARD, LOU HAMMOND KETILSON, ELIZABETH HICKS, JOHN MCNAMARA, SONJA NOVKOVIC, DAPHNE RIXON, AND RICHARD SIMMONS

ICA (2005)- http://www.ica.coop/

Indicatori chiave di performance – Un quadro e una guida per le cooperative, gennaio 2019 – Cooperatives UK

Indicatori chiave di performance nelle cooperative: Indicazioni e principi di Louis Beaubien e Daphne Rixon

Legacoop Romagna, https://legacoopromagna.it/le-caratteristiche-di-una-cooperativa/

PROMOSAGRI- https://promosagri.it/it_it/

6° Conferenza internazionale AWBR │ Bordeaux Management School │ 9-10 giugno 2011- Proposta di misurazione della performance cooperativa (un test con lo strumento cooperfic© per le cooperative di vino in languedoc-roussillon)

Parole chiave; Cooperative agricole, principi, cooperative agricole braccianti (CAB).

Abbreviazioni:  CABs (Cooperative Agricole Braccianti), PAC (Politica Agricola Comune), ICA (Alleanza Cooperativa Internazionale)

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