Ravenna, 24 gennaio 2024 – «Siamo reduci da un’esperienza devastante — ha detto il presidente di Promosagri, Stefano Patrizi — e affinché il nostro lavoro possa avere un futuro serve una grande opera di sicurezza idraulica del territorio, dalla montagna al mare. Per la lotta al cambiamento climatico non c’è più tempo da perdere, vi siamo dentro e gli effetti sono devastanti, ma la conversione ecologica non può essere fatta in spregio alla possibilità delle aziende agricole di produrre reddito e lavoro di qualità, e in generale fatta pagare ai soggetti più deboli».
La presentazione annuale del Report delle CAB, alla quale ha partecipato anche il Prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, era stata aperta dal saluto del presidente della Provincia Michele de Pascale. La storica Laura Orlandini, dialogando con le immagini, ha ricordato come la storia delle Cab sia stata fondamentale affinché «da area depressa, grazie proprio al lavoro del movimento cooperativo, questo diventasse uno dei motori economici del Paese».
Alla tavola rotonda sull’andamento del settore, moderata dalla giornalista Chiara Brandi, hanno presto parte l’assessore regionale, Alessio Mammi, la direttrice di Legacoop Agroalimentare, Sara Guidelli, la ricercatrice universitaria Silvia Russo — che ha presentato l’innovativo progetto di studio in collaborazione con l’Alma Mater — e il direttore di Agrisfera, Giovanni Giambi, intervenuto in rappresentanza di tutte le CAB. Le conclusioni affidate al presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi.
Ecco un estratto della presentazione:
“Quest’anno la presentazione dell’attività delle CAB è particolarmente complessa, all’indomani delle devastanti alluvioni del maggio scorso che hanno distrutto colture, devastato terreni, compromesso immobili e messo fuori uso macchine e impianti, colpendo tutte le cooperative, seppure con diversa intensità. A seguito di una buona annata come il 2022, il 2023 ha imposto purtroppo alle CAB un terribile tributo stimato in circa 30 milioni di euro di danni: un’eredità pesantissima che peserà per molti anni a venire. I dati che in analisi quest’anno si concentrano sul 2022 e solo laddove possibile vi saranno stime sul 2023.
Nel 2022 con la vendita delle produzioni agricole le CAB hanno realizzato 30,6 milioni di euro, con un’importante crescita del 19% rispetto all’anno precedente e un valore medio per ettaro di 2.800 euro.
La stima per il 2023 è pari invece a 20,6 milioni di euro, con un drammatico calo del 33%, causato dalle devastanti alluvioni e altre pesanti calamità come trombe d’aria e gelate.
I ricavi netti complessivi delle CAB raggiungono nel 2022 i 50 milioni di euro, di cui il 47% proviene da colture erbacee, il 6,2% da colture arboree, il 12% dalla zootecnia, il 3,9% dagli agriturismi, il 14,5% da energia rinnovabile, il 12,9% da contributi di varia origine.
Un risultato in netta crescita rispetto all’anno prima (+8,7%), ottenuto grazie all’efficienza aziendale e alla tenuta dei prezzi sui mercati, come quello dei cereali o del latte biologico, nonché grazie al recupero dell’attività post pandemia degli agriturismi, mentre il resto delle produzioni è rimasto stabile.
Questi risultati vanno considerati tuttavia a fronte di un aumento significativo dei costi aziendali, a partire da quelli dell’acqua e dei mezzi tecnici, che hanno contribuito a limitare le marginalità dei bilanci.
La Superficie agricola utilizzata dalle sette Cooperative Agricole Braccianti di Ravenna, nel 2022, è stata 11.743 ettari, circa il 10% di quella della provincia di Ravenna, di cui il 10.798 condotta con produzioni erbacee ed arboree. Un importante patrimonio che continua a generare ricchezza per la collettività, il lavoro e la filiera cooperativa.
Si tratta di un dato complessivamente in crescita, a causa della diminuzione dei terreni dati in affitto. Gli ettari in proprietà nel 2022 erano 11.943, in leggera ma costante crescita rispetto ai 11.818 ettari del 2016 (+1,1% in 6 anni).
Ben 820 ettari di questi sono invece destinati a rinaturalizzazioni, con la messa a dimora di boschetti, siepi, stagni e maceri.
Da sottolineare anche il risultato della zootecnia da latte, in crescita nel 2022 del 10% sull’anno precedente, con una produzione di circa 7,3 milioni litri all’anno su un totale di 650 capi. Per quanto riguarda i vitelli da ingrasso, nel 2022 sono 266 media stalla + fine carriera 247 e 353 vitelli maschi delle stalle da latte.
Le CAB, ormai da dieci anni sono produttrici di energia rinnovabile, con t (5 impianti gestiti) e da impianti di fotovoltaico a terra e su tetto. Nel 2022 questa fonte di reddito è rimasta sostanzialmente stabile.
Il patrimonio delle 7 Cooperative Agricole Braccianti è un bene accumulato in 140 anni di lavoro da generazioni di braccianti: un patrimonio intergenerazionale, collettivo e indivisibile perché di proprietà delle cooperative, e non dei soci, da lasciare alle future generazioni.
Contabilmente il patrimonio di queste cooperative è 124 milioni di euro: un dato che non riflette tutto il reale valore dei terreni in proprietà.
Nel 2022 infatti il valore da libro medio per ettaro è di 8.000 euro, nettamente inferiore al dato di mercato.
In questo contesto calano leggermente i soci lavoratori, 361 nel 2022, mentre in linea con gli anni precedenti gli addetti sono 619, di cui 341 donne e 278 uomini. Un 55% di quota femminile non adeguatamente rappresentata in CDA, dove la loro presenza si ferma al 32%. Un aspetto, quest’ultimo che le cooperative sanno occorre migliorare inserendolo tra le priorità. La quota di lavoratori sotto i 35 anni, invece, è sostanzialmente rispettata in CDA con il 36,5% di presenze.
Considerando gli ultimi otto anni la tendenza è la stessa: a fronte di un calo progressivo dei soci si assiste ad una sostanziale stabilità dei lavoratori totali.
Nonostante questo, continua però a essere ampiamente raggiunto lo scopo mutualistico delle CAB con il 78,2% di costo del lavoro sostenuto a favore di soci rispetto al totale (ancora in crescita nel 2022).
In aumento dell’8,2% in un anno anche le ore-uomo in campo, portatesi a 329.023 in totale.
Si conferma inoltre un’importante vitalità negli ingressi in cooperativa con 165 nuovi lavoratori e 82 nuovi soci nell’ultimo triennio, per un totale di lavoratori (soci compresi) stabile attorno a 619 unità, e si conferma l’adesione nazionale di tutte e sette le cooperative alla “Rete del lavoro agricolo di qualità” riservata a quelle imprese che si distinguono per il rispetto delle norme in materia di lavoro.
L’impegno per l’educazione e la formazione è stato testimoniato anche lo scorso anno coinvolgendo 300 lavoratori in corsi di formazione (nel 2021 erano stati 279).
Nel 2022 sui terreni hanno prevalso le colture erbacee, come grano o mais, (89%) rispetto a quelle arboree, come vite o frutteti (4%).
Si è consolidata inoltre la vocazione alla produzione di sementi per il 45% delle colture estensive, mentre le produzioni destinate alla filiera dell’industria agroalimentare sono pari al 40%, e il 15% dell’energia da biogas.
Nel 2023 il drastico calo delle superfici utilizzabili a causa delle alluvioni devastanti dei terreni porterà ad una diversa ripartizione delle colture in campo, con una contrazione che, in termini assoluti, sconvolgerà tutte le specie.
Le CAB hanno un rapporto profondo con le altre cooperative di trasformazione e commercializzazione di cui esse stesse sono spesso fondatrici in settori come il vino, i cereali, i foraggi, l’ortofrutta, i mezzi tecnici, i servizi o le sementi.
Si può sintetizzare l’importanza di questa relazione attraverso la dimensione degli scambi tra le stesse cooperative.
Dal 2016 al 2022 gli acquisti delle CAB da altre cooperative della filiera sono aumentati ulteriormente raggiungendo il 53% del totale, mentre i conferimenti delle produzioni alle cooperative della filiera agroalimentare hanno assorbito il 79% del totale. Un miglioramento nell’ultimo triennio, con una crescita progressiva in valore assoluto e stabile in termini proporzionali, che dimostra l’importanza strategica dei rapporti tra CAB e cooperative agroalimentari.
Su un totale di 9,8 milioni di euro di acquisti, il 67% è destinato ai mezzi tecnici (in particolare per la difesa delle piante e le concimazioni), il 18% alle sementi, mentre il 6,5% ai carburanti.
Dal lato conferimenti, su un totale di 25 milioni di euro, il 35% è dato dalle produzioni sementiere, il t e ilt. Seguono le produzioni vivaistiche con il 10,5%, l’uva con il 7,5% e la frutta con il 4%.
Le produzioni biologiche nel 2022 hanno superato il 20% degli ettari coltivati, con una stima in leggera diminuzione per il 2023 attorno al 19/20% circa.
Biologico non solo per alimentazione umana, ma anche per l’alimentazione animale per la produzione di latte.
Nel 2022 è stato evidente un appiattimento della valorizzazione delle produzioni biologiche rispetto a quelle convenzionali, causato da una minore resa del prodotto bio in campo e dall’aumento dei prezzi di alcune colture cerealicole convenzionali rispetto al prodotto biologico.
Le stime 2023 confermano un’inversione di tendenza,iniziata già nel 2021, a causa di una notevole perdita di questi margini di competitività. L’effetto è una riduzione del vantaggio espresso dalle produzioni bio.
Le produzioni biologiche sono principalmente destinate alla filiera cooperativa agroalimentare (con oltre il 61%). Il 17% è utilizzato internamente dalle CAB per l’alimentazione delle stalle da latte. Al mercato esterno va il restante 22%.
Che le CAB siano gestite nel massimo rispetto dell’ambiente, attraverso metodi di produzione come il biologico o l’integrato, lo testimonia anche la presenza sulle loro aziende agricole di ben 30 apicoltori, tra fissi e nomadi, che trovano qui un’ottima ospitalità per i propri insetti pronubi.
Il 2023 sarà un anno completamente diverso rispetto ai precedenti: le CAB stanno facendo un imponente sforzo per garantire la continuità aziendale e affrontare i ripristini a seguito delle distruzioni post alluvioni. Tuttavia, nonostante la grandissima generosità e solidarietà del movimento cooperativo, ancor oggi è grande l’incertezza su quali e quanti supporti pubblici si potrà contare.
Nel periodo 2016-2022 le CAB avevano, invece, investito circa 23 milioni di euro, di cui oltre 3 milioni sono contributi europei attesi: per ogni euro di contributo le CAB ne hanno investito ben 6,5.
Gli investimenti delle CAB per lo sviluppo hanno riguardato soprattutto miglioramenti fondiari, attrezzature, macchinari, agricoltura di precisione e strutture per l’attività.
L’evoluzione tecnologica è imprescindibile per poter mantenere in salute e sviluppare le aziende agricole, anche se, come dimostra bene la lunga storia dell’agricoltura, la tecnologia stessa tende a ridurre il bisogno di lavoro. Detto questo, con i dati presentati quest’anno le CAB sembrano aver raggiunto un’importante stabilità nella quantità di lavoro offerto alla comunità, pur continuando a evolversi e a innovare.
Infine, il prestito sociale rappresenta un tipo di finanziamento offerto dai soci alle cooperative per il loro sviluppo. Le cooperative, essendo un pilastro fondamentale della comunità, continuano a ricevere una grande fiducia e un forte sostegno finanziario dai propri soci. Nel 2022 è stato pari a 16.378.812 euro.
Tale partecipazione finanziaria è una testimonianza dello stretto legame tra le CAB, i propri soci e la propria comunità, come sempre stato e sempre sarà!”